Se siete appasionati di cannabis avrete sicuramente già sentito parlare di varietà Indica e Sativa.
Forse avrete anche sentito nominare la varietà Ruderalis, correlata alla sua caratteristica autofiorente.
Questa distinzione tra le specie del genere cannabis non è pero corretta nè scientificamente nè legalmente. E' invece associata ad una classificazione tassonomica iniziata nel 1700 da Carl Linnaeus che nel corso del tempo ha assunto significati diversi, generando non poca confusione.
In origine Indica, Sativa e Ruderalis presentavano differenze morfologiche distinguibili ed avevano usi ed effetti sostanzialmente diversi. Le singolari caratteristiche che ogni specie possedeva erano probabilmente legate alle diverse condizioni ambientali dei paesi in cui crescevano.
Anni di ibradazioni genetiche tra le specie hanno mitigato i tratti distintivi che le caratterizzavano, quindi la classificazione che tratteremo nei paragrafi seguenti è da considerarsi solamente descrittiva. E' infatti molto difficile identificare la specie in base all'aspetto della pianta, o determinarla attraverso gli effetti e le sensazioni sperimentate durante il consumo.
SATIVA
Le piante di cannabis Sativa hanno una struttura più alta e slanciata. In condizioni ambientali ottimali una specie prevalentemente sativa raggiunge in media un altezza di 2-4 metri. Le dimensioni pronunciate garantiscono una resa proficua anche se il periodo necessario a raggiungere la piena fase di fioritura è particolarmente lungo.
Questa varietà è originaria delle zone equatoriali, come Giamaica, Indonesia e Messico. La fase di crescita di questa pianta è stata probabilmente valorizzata dalla quantità di ore di luce che caratterizza questi luoghi. 12 ore di luce durante tutto l'anno.
Il fogliame di una Sativa si distingue per la conformazione affusolata e sottile delle punte, con una tonalità verde brillante. Le cime non sono molto dense e tendono a disporsi lungo i rami ed il tronco.
Le elevate percentuali di THC presenti nei fiori producono effetti più celebrali, delineati da stati euforici, motivazione, sensazioni positive e stimolazione della creatività e della socialità. Questo rende la varietà Sativa perfetta se utilizzata durante le ore diurne o durante le sarate in compagina di amici.
INDICA
Le piante di cannabis Indica possiedono una struttura più bassa e cespugliosa. In linea di massima non superano gli 1,5 metri in altezza e tendono a svilupparsi in ampiezza.
La resa produttiva di queste piante è sicuramente inferiore rispetto alle Sativa, ma possiede anche tempi di fioritura più brevi.
L'Indica è originaria delle zone dell' Asia centrale, come Afghanistan e Pakistan, e del subcontinente indiano da cui prese il nome quando venne catalogata la prima volta da J.B. Lamarck.
Possiede foglie più corte ed ampie, e una colorazione tendenzialmente più scura. Le cime tendono ad ammassarsi intorno alle zone internodali ed hanno una consistenza densa e compatta.
Le varietà di cannabis Indica producono fiori con marcati effetti corporei come: rilassamento muscolare, diminuzione generale della tensione e riduzione di ansia e stress. Questi tratti rendono il consumo di queste infiorescenze particolarmente indicato durante le ore serali, per rilassarsi e favorire il sonno.
RUDERALIS
La varietà di cannabis Ruderalis è l'unica che può ancora considerarsi una specie diversa da Indica e Sativa perchè possiede tratti genetici unici e distintivi.
Essendo originaria delle zone centrali della Russia ha dovuto adattarsi ai climi rigidi ed all'ambiente inospitale, sviluppando una singolare resilienza. La Ruderalis ha una struttura compatta e non si sviluppa particolarmente in altezza; sono piante robuste e particolarmente resistenti a malattie e parassiti.
Tuttavia non viene utilizzata né in ambito ricreativo né industriale perché presenta concentrazioni quasi nulle di THC e CBD e non ha una fibra qualitativamente accettabile.
Ciò che ha reso famosa la Ruderalis è la sua indipendenza dal fotoperiodo. Sono piante che fioriscono in tempi molto brevi e la produzione dipende solamente dal grado di maturità della pianta. Questo tratto genetico è probabilmente una conseguenza delle poche ore di luce di cui disponevano nelle zone di cui sono originarie. E' grazie a questa caratteristica che, attraverso l'ibridazione con le altre specie, si ottengono varietà autofiorenti.
La distinzione tra Indica e Sativa era basata sulle osservazioni maturate durante il periodo di crescita o sugli aspetti morfologici che l'esemplare presentava. Una classificazione da considerarsi scientificamente valida dovrebbe invece basarsi sulla composizione chimica delle infiorescenze della pianta matura; perché ad influenzare l'esperienza gustativa e percettiva del consumatore è il profilo terpenico, il diverso rapporto tra i cannabinoidi, e la somma di tutti gli altri microelementi presenti all'interno della pianta.
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